Se c’è una cosa che ben sappiamo è quanto lo stress possa influenzare le nostre azioni di vita quotidiana e incidere fortemente sulla nostra salute. Preparare un esame per la terza volta, l’ennesima riunione del giorno con il capo alle 19.00, il ritardo del treno, le domande scomode degli zii alla cena di Natale.
Se c’è una cosa che ben sappiamo è quanto lo stress possa influenzare le nostre azioni di vita quotidiana e incidere fortemente sulla nostra salute. Preparare un esame per la terza volta, l’ennesima riunione del giorno con il capo alle 19.00, il ritardo del treno, le domande scomode degli zii alla cena di Natale.
Ma cosa succede quando questi sintomi persistono nel tempo? Sapevi che lo stress può favorire l’infiammazione e aumentare la percezione dei sintomi del reflusso gastroesofageo? È bene quindi fare attenzione e riconoscerli!

Stress: cause e sintomi
Lo stress è la risposta psicosomatica che l’organismo mette in atto nei confronti di eventi percepiti come eccessivi o pericolosi, tra cui situazioni sociali, lavorative, ambientali. La sensazione che si prova in una situazione di stress è, infatti, quella di essere di fronte ad una forte pressione mentale ed emotiva e varia da persona a persona. Lo stress può essere sia positivo che negativo. Nel primo caso, aiuta a superare sfide come esami o nuovi lavori, mentre nel secondo può diventare dannoso se prolungato nel tempo.
Dinanzi ad uno stimolo stressante, il nostro corpo attiva immediatamente il sistema nervoso, causando il rilascio di ormoni come adrenalina, noradrenalina e cortisolo. Queste sostanze provocano modifiche sia fisiche che comportamentali, consentendo all’organismo di affrontare e superare la situazione percepita come pericolosa (aumento del battito cardiaco, del respiro, della pressione arteriosa e dello stato di attenzione).
I disturbi o sintomi fisici associati allo stress sono molteplici. Tra questi:
- mal di testa
- dolore crampiforme allo stomaco
- tachicardia
- dolore al petto
- problemi di sonno
Essere in grado di riconoscere i disturbi più comuni può aiutare a gestirli, ma quando i sintomi persistono nel tempo è bene accendere un campanello d’allarme: potrebbe infatti essere necessario un intervento più approfondito e mirato.
Cos’è il reflusso gastroesofageo: riconoscere i segnali
La Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE) è una condizione molto comune caratterizzata dalla risalita del contenuto dello stomaco nell’esofago. Si verifica sia negli uomini che nelle donne e si manifesta in genere in età adulta, tra i trenta e i cinquant’anni.
L’esofago trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco. Alla sua estremità inferiore si trova una struttura muscolare che funge da valvola, chiamata sfintere esofageo inferiore, che previene il passaggio del contenuto gastrico nell’esofago. Dopo la deglutizione, questa valvola si apre per consentire al cibo di entrare nello stomaco. Se lo sfintere non funziona correttamente, può aprirsi indipendentemente dall’atto deglutitorio, e favorire il reflusso di acido cloridrico, bile e cibo dallo stomaco nell’esofago, provocando sintomi come bruciore retrosternale e rigurgito (risalita di liquido o solidi fino al cavo orale).
Sintomi del reflusso
Il bruciore che origina a livello epigastrico (parte alta centrale) dell’addome e dietro lo sterno è il sintomo principale del reflusso gastroesofageo. Solitamente peggiora dopo i pasti, da sdraiati, o quando ci si inclina in avanti, come per allacciarsi le scarpe, e a volte si estende fino alla gola.
Questo disagio è spesso accompagnato da rigurgiti acidi e dalla sensazione di cibo che torna in bocca (ciò si verifica in seguito alla risalita degli acidi gastrici e del contenuto dello stomaco nell’esofago, nella gola e nella bocca). Di solito si avverte un sapore acido spiacevole nella parte posteriore della bocca.
Sebbene molte persone possano sperimentare questi sintomi occasionalmente, specialmente dopo pasti abbondanti, quando questi diventano frequenti (più di due volte alla settimana) e influenzano negativamente il benessere, si parla di MRGE. Questa condizione può o meno essere accompagnata da alterazioni della mucosa esofagea causate dall’acido.
Altri sintomi associati al reflusso gastroesofageo, includono il dolore al petto e la difficoltà e/o dolore ad ingoiare o disfagia (sintomi secondari al reflusso), mentre altri possono concomitare, ma non sono secondari al reflusso gastroesofageo:
- alito cattivo (alitosi)
- eruttazioni frequenti
- gonfiore addominale e flatulenza
- sensazione di corpo estraneo in gola (globo faringeo)
- mal di gola ricorrente, raucedine o alterazione del tono di voce
- tosse persistente e respiro affannoso, soprattutto durante la notte
- infiammazione delle gengive ed erosione dello smalto dentario
Correlazione stress-reflusso
Alcuni studi hanno rivelato che i pazienti con MRGE hanno un rischio significativamente maggiore di sviluppare disturbi psicosociali quali ansia, stress, e, viceversa, i pazienti con disturbi psicosociali hanno maggiori probabilità di contrarre la MRGE.
Sono state ipotizzate diverse spiegazioni per questa correlazione, compresa la presenza di disturbi del sonno (metà dei pazienti con MRGE cronica riferisce sintomi notturni che compromettono gravemente il riposo e aumentano l’ansia, lo stress e la tensione); l’ espressione anomala di citochine infiammatorie; la sensibilizzazione della percezione del dolore esofageo (stati mentali di ansia e forte stress possono compromettere la funzione motoria esofagea e causare disturbi della motilità) e l’interazione dell’asse cervello-intestino.
L’esposizione allo stress provoca infatti alterazioni dell’asse cervello-intestino che possono portare allo sviluppo di un’ampia gamma di disturbi gastrointestinali, tra cui la MRGE. Tra i meccanismi associativi ipotizzati, è stato ipotizzato che lo stress può provocare l’aggravamento dei sintomi della MRGE, inibendo la contrazione dello sfintere esofageo inferiore e favorendo l’aumento della sensibilità viscerale, ossia una maggiore percezione del reflusso. Dall’altro lato, la riduzione dello stress può portare a un miglioramento dei sintomi della MRGE. È interessante notare che durante l’esposizione allo stress non sempre aumenta la quantità di reflusso, ma aumenta la probabilità di percepire il reflusso come pirosi retrosternale.
Gestire stress e reflusso
È importante non trascurare i sintomi persistenti dello stress che potrebbero essere indicativi di una condizione diversa, come il reflusso gastroesofageo, e soprattutto fare sempre riferimento al proprio Medico curante per una diagnosi tempestiva.
Semplici accorgimenti come cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione possono fare la differenza nel trattamento della malattia da reflusso gastroesofageo.
Ecco alcuni consigli:
- fare pasti piccoli e frequenti, non bere alcol nelle tre o quattro ore prima di dormire, evitare pasti abbondanti la sera;
- evitare alimenti che possano peggiorare i disturbi (sintomi) del reflusso, quali caffè, cioccolato, pomodori, alcol, spezie, cibi ad alto contenuto di grassi;
- non indossare abiti o cinture troppo stretti;
- rialzare la testata del letto di 30 gradi inserendo uno spessore sotto le gambe del letto;
- evitare fonti di stress e utilizzare tecniche di rilassamento;
- mantenere il peso forma e dimagrire se si è in sovrappeso;
- smettere di fumare.
In condizioni più gravi in cui queste misure non sono sufficienti, il proprio Medico potrà sviluppare un piano di trattamento personalizzato, prescrivere medicinali e, se necessario, consigliare una visita specialistica.
Riferimenti bibliografici
- Konturek PC, Brzozowski T, Konturek SJ. Stress and the gut: pathophysiology, clinical consequences, diagnostic approach and treatment options. J Physiol Pharmacol. 2011 Dec;62(6):591-9. PMID: 22314561.
- He M, Wang Q, Yao D, Li J, Bai G. Association Between Psychosocial Disorders and Gastroesophageal Reflux Disease: A Systematic Review and Meta-analysis. J Neurogastroenterol Motil. 2022 Apr 30;28(2):212-221. doi: 10.5056/jnm21044. PMID: 35362447; PMCID: PMC8978133.
- A. Pali Hungina, Rena Yadlapatib, Foteini Anastasiouc, Albert J. Bredenoordd, Hashem El Serage, Pierluigi Fracassof, Juan M Mendiveg, Edoardo V. Savarinoh, Daniel Sifrimi, Mihaela Udrescuj and Peter J Kahrilask. Management advice for patients with reflux-like symptoms – An evidence-based consensus. Eur J Gastroenterol Hepatol